Il Dialogo strategico in psicoterapia

Il dialogo non strategico è una comune chiacchierata fra persone che vogliono solo intrattenersi, senza nessuno scopo “produttivo” o professionale.
Il dialogo strategico mira a raggiungere un obiettivo. E’ un viaggio programmato, con cui giungere ad una meta che abbiamo stabilito, in modo morbido, flessibile, adattandoci al passo e alle visioni dell’interlocutore.
Nel dialogo strategico ci si pone in modo rassicurante, si fanno domande ad alternativa, riformulazioni e ristrutturazioni con metafore che indirizzano
l’interlocutore verso le direzioni volute, prescrizioni concordate, per indurre l’altro a fare concretamente qualcosa.

consigli pratici
Ecco alcuni consigli pratici per dialogare in modo strategico.

ascoltare prima di parlare
Di solito, ci mettiamo ad argomentare con una persona perché abbiamo qualcosa di ben preciso da dirle. Per farlo, cominciamo a parlare esponendo il
nostro punto di vista.

Non è una buona idea. Non sappiamo se il nostro interlocutore è disposto ad ascoltarci e vede le cose come le vediamo noi.
Quindi, prima di parlare, ascoltiamolo e poniamogli delle domande.

fare domande invece che affermazioni
Anche quando vorremmo fare un’affermazione, dire qualcosa di cui siamo convinti, è meglio fare domande con lo stesso contenuto della nostra affermazione. Se pensiamo che l’altro debba fare un certo lavoro, possiamo ordinarglielo o possiamo chiedergli come pensa di risolvere quel problema e
se il lavoro lo vuole fare subito o fra qualche giorno. In tal modo l’altro avrà la convinzione di condurre il gioco e non penserà di subire le nostre decisioni.

obiettivi
Attraverso il dialogo strategico è possibile raggiungere un obiettivo prefissato condividendo con l’interlocutore

fare domande ad alternativa e a imbuto
Chiedere “preferisci fare tu fare questo o vuoi farlo fare a qualcun altro?” è strategico. Le domande a due alternative ci permettono di scartare subito le alternative inutili e di restringere sempre più il campo verso la meta che ci interessa.

adattarsi a ciò che dice l’interlocutore
Se l’interlocutore ci dice “Vorrei fare tutto da solo, perché non mi fido di…” ripartiamo con le domande ad alternativa, ma intanto abbiamo saputo qualcosa in più ovvero che non si fida.

Non ci sostituiamo mai all’interlocutore.
E’ sempre lui che deve dirci ciò che vuole.

ristrutturare
La riformulazione può essere ristrutturante. Dopo aver compreso il punto di vista dell’interlocutore, possiamo leggermente modificarlo secondo il nostro punto di vista. “Pensi che tutto sia sulle tue spalle e non ti fidi del tuo amico.”.

usare metafore
“Sei come la scimmia che infila la mano nel vaso dal collo stretto per prendere il grano, ma resta intrappolata perché la mano troppo piena non esce
più dal vaso”.

La ristrutturazione è più efficace se fa ricorso a una metafora o a un aneddoto, perché oltre che alla parte razionale, si fa appello alla parte
immaginifica, emotiva del cervello, quindi si agisce a livelli più profondi

Entrare nei panni dell’interlocutore
Riformulare per ristrutturare le richieste
Proporre decisioni alternative chiuse
Fare domande piuttosto che affermare e ordinare.
Far dire è meglio che dire.
Riformulare ricorrendo a metafore

articolo tratto dal sito paoline.it

About The Author

0 Comments

Leave A Reply

You must be logged in to post a comment.