La ludopatia

Ludopatia. Dietro questo termine tecnico medico si cela in realtà un disturbo fra i più frequenti dei giorni nostri: l’ossessione compulsiva e irrefrenabile per il gioco d’azzardo. Si tratta di un disturbo ossessivo compulsivo: cioè di un’azione ripetuta in maniera incessante seguendo uno schematismo mentale indotto, una necessità subliminale.

Anche nel giocatore, quando diventa dipendente, si manifesteranno caratteristiche tipiche della dipendenza, quali la tolleranza (bisogno di sempre maggiore quantità di sostanza/gioco per ottenere lo stesso livello di eccitamento), l’astinenza (sensazioni di nervosismo, ansia, tremori se si tenta di smettere) e la perdita di controllo (presunta capacità di poter smettere , senza riuscirci realmente).

Ciò che va sottolineato è che, attraverso metodi individuali, di gruppo terapeutico, di auto-aiuto o di comunità, gli obiettivi terapeutici vanno sempre centrati sulla possibilità di modificare, oltre che il comportamento di gioco, il substrato cognitivo fatto di pensieri legati all’idea che prima o poi arriverà il giorno in cui il gioco potrà cambiare la propria vita risolvendo magicamente i propri problemi. Inoltre il lavoro terapeutico cerca di approfondire e curare gli aspetti profondi della personalità dipendente, simili alla tossicodipendenza.

Alcuni esempio di giochi d’azzardo sono:

puntate al casinò, slot machine, roulette, dadi, carte, numeri, ecc. giocati per soldi;
corse di cavalli, o cani, ecc.
lotterie, gratta e vinci, enalotto, e simili;
bingo, tombola, e simili, anche quando sono sponsorizzate da associazioni di beneficenza o addirittura da chiese;
poker, anche se giocato tra “amatori”, videopoker, giochi d’azzardo elettronici (si punta e, se si vince, si ottiene una consumazione o dei soldi).

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